sabato 11 aprile 2015

FATTURAZIONE ELETTRONICA

Da oggi, tutte le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali italiane potranno ricevere e pagare esclusivamente fatture elettroniche in formato strutturato e firmate digitalmente. L’obbligo della fatturazione elettronica verso la PA - già obbligatoria dallo scorso 6 giugno per oltre 9.050 enti pubblici della PA centrale, ovvero Ministeri, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Avvocatura dello Stato, Agenzie Fiscali, Enti Nazionali di Previdenza e Assistenza sociale, Forze di Polizia ad Ordinamento Civile e Militare, Istituti di Istruzione Statale – a partire dal 31 marzo 2015 viene estesa anche ad altri circa 12.450 enti, ovvero Regioni, Province, Comuni, Università, Enti della Sanità ecc.
Una rivoluzione che coinvolge complessivamente circa 21.500 enti pubblici e 46.076 uffici. Ad oggi, sono circa 2,2 milioni le fatture elettroniche già veicolate dal Sistema di Interscambio, ma si stima che a regime, saranno circa 50 milioni quelle scambiate tra la Pubblica Amministrazione e i suoi circa 100 mila fornitori abituali a cui aggiungono 1,8 milioni di fornitori occasionali, per un valore complessivo dell’acquistato pari a 135 miliardi di euro ogni anno.
L’obbligo di fatturare in modalità elettronica a tutte le PA del nostro Paese non significa solo allegare una qualsiasi file-fattura a una email o a una PEC, invece che spedirla. Significa per i fornitori della PA, produrre un file in formato elettronico strutturato, firmato digitalmente, da conservare a norma in elettronico obbligatoriamente per 10 anni; per le PA, ricevere un XML firmato da integrare nei sistemi contabili e da gestire con Workflow approvativi digitali, per poi portarlo in conservazione digitale a norma per 10 anni.
Tale procedura consente alla Pubblica Amministrazione un risparmio di circa 17 euro per ogni fattura ricevuta: 14 euro a fattura grazie alla riduzione dei costi di manodopera, visti i minori tempi di gestione tra protocollazione, recupero documenti, riconciliazione, approvazione e registrazione; altri 3 euro a fattura grazie all’eliminazione dei costi di gestione e archiviazione. Anche per i fornitori della PA si stimano benefici importanti, compresi tra 6 e 8,5 euro per ogni fattura, nello specifico 4-5 euro a fattura grazie alla riduzione dei costi della manodopera per attività di stampa e imbustamento, relazione con la PA e conservazione, 2-3,5 euro a fattura per la riduzione dei costi riconducibili a materiali consumabili e riduzione dello spazio occupato.
E la fatturazione elettronica è solo l’inizio del percorso. La completa digitalizzazione del ciclo dell’ordine, con la piena integrazione e dematerializzazione dei documenti, porterebbe benefici economici molto superiori: si stima una riduzione del costo del processo compresa tra 25 euro e 65 euro a ciclo, dall’avvio dell’ordine alla chiusura del pagamento.
Complessivamente, l’introduzione della fatturazione elettronica consentirà un beneficio economico di circa 1 miliardo di euro l’anno per la Pubblica Amministrazione italiana, grazie alla riduzione dei costi di esecuzione delle attività, alla migliore accuratezza del processo, alla riduzione degli archivi di documentazione fiscale all’abbattimento dei tempi di esecuzione dei processi. Sono da aggiungere circa 500 milioni di euro di risparmi legati all’aumento di produttività delle imprese che fornitori della PA, per un beneficio economico complessivo pari a 1,5 miliardi di euro. I risparmi però potrebbero crescere fino a 6,5 miliardi di euro l’anno, se da questo primo step si riuscisse a raggiungere la digitalizzazione dell’intero ciclo procure to pay della Pubblica Amministrazione. Arrivando fino a 60 miliardi di euro nell’ipotesi della digitalizzazione completa del Ciclo Ordine-Pagamento di tutte le imprese italiane.
Sono alcuni dei numeri presentati questa mattina dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano in occasione del convegno “31 Marzo 2015 - Fatturazione Elettronica: ultima chiamata!” tenutosi a Bologna, presso la sede della Regione Emilia Romagna, un’occasione di confronto tra PA, istituzioni e imprese sull’argomento.

FONTE: LA STAMPA